domenica 11 gennaio 2015

Ulisse- 1 episodio :Telemaco - XI quadro : “Oggi i Bardi devono bere”

 
lettura del brano ad alta voce                                                   

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                                                                           Testo con link alle note            

                                                                          di http://joyceproject.co      

                                                                          Trascritto da Traduzione di: 

                                                           Giulio de Angelis Medusa Mondadori 1970 

    -A proposito, disse Haines, alzandosi, ho da fare una visita alla vostra biblioteca nazionale oggi.
    -La nostra nuotata prima di tutto, disse Buck Mulligan.
    Si voltò a Stephen e domandò soavemente:
    -E’ questo il giorno del tuo lavacro mensile, Kinch?
    Poi disse a Haines:
    -L'immondo bardo si picca di farsi il bagno una volta al mese.
    -Tutta l'Irlanda è bagnata dalla corrente del golfo,
disse Stephen facendo gocciare il miele su una fetta di pane.
    Haines dall'angolo in cui stava placidamente annodando una sciarpa sul colletto floscio della camicia da  tennis disse:     
    -Quello sullo specchio incrinato di una serva come simbolo dell'arte irlandese è maledettamente buono.
    Buck Mulligan diede un calcio a Stephen sotto la tavola e disse con molto calore:
    -Aspetti a sentirlo parlare di Amleto, Haines.
    -Be, parlo sul serio, disse Haines sempre rivolto a Stephen. Ci stavo giusto pensando quando è arrivata quella povera vecchia.
    -Potrei farci quattrini? domandò Stephen.
    Haines rise e, prendendo il cappello di feltro grigio dal piolo dell’amaca, disse:
    -Non saprei, davvero.
   Si avviò verso la porta d’uscita. Buck Mulligan si chinò verso Stephen e disse con ruvida energia:
    -Hai sfasciato tutto con le tue zampe adesso. Perché l’hai detto?
    -Be? disse Stephen. Il problema è di far soldi. Da chi? Dalla lattaia o da lui. Testa o croce, mi pare.
    -Io ti faccio la piazza, disse Buck Mulligan, e poi arrivi tu con quel tuo schifoso sogghigno e i tuoi lugubri scherzi da gesuita.
    -C’è poco da sperare, disse Stephen, sia dall’una che dall’altro.
    Buck Mulligan sospirò tragicamente e posò la mano sul braccio di Stephen.
    -Da me, Kinch, disse. Poi con tono improvvisamente cambiato soggiunse:
    -Per dirti la sacrosanta verità credo che tu abbia ragione. Non servono a un accidente d’altro.
    Perché non te li giostri come faccio io? Il diavolo se li porti. Usciamo da questo casino. Si alzò, solennemente discinto si spogliò della vestaglia, dicendo rassegnato:
    -Ecco Mulligan dispogliato dei suoi paramenti.
    Vuotò le tasche sui tavolo.
    -Ecco il tuo moccichino, disse.
    E mettendosi il colletto duro e la cravatta ribelle parlò a loro, rampognandoli, e alla catena dell’orologio ciondolante. Le mani si affondarono e frugarono nel baule mentre reclamava un fazzoletto pulito. Agenbite of inwit. Dio, non rimane che vestirsi in carattere Ho bisogno di guanti color pulce e di stivali verdiContraddizione. Mi contraddico? Benissimo, sì mi contraddico.
Mercuriale Màlachi. Un missile floscio e nero partì in volo dalle sue mani parlanti.
   -Ed ecco il tuo cappello da Quartiere Latino, disse.
    Stephen lo raccattò e se lo mise. Haine li chiamò dalla soglia:
    -Venite, giovanotti?
    -Io sono pronto, rispose Buck Mulligan, andando verso la porta.Vieni, Kinch.Hai mangiato tutto quel che abbiamo lasciato, immagino. Rassegnato uscì con gravità di parole e di incedere, dicendo quasiché con dolore:
    Stephen, prendendo il bastone di frassino dal luogo d’appoggio, li seguì e, mentre scendevano la scala a pioli, si tirò dietro la lenta porta di ferro e chiuse la serratura. Mise la grossa chiave nella tasca interna.
    Ai piedi della scala Buck Mulligan domandò:
    -Hai preso la chiave?
    -Ce l'ho, disse Stephen, precedendoli.
Camminò avanti. Sentiva dietro di sé Buck Muligan percuotere col pesante asciugamano le cime più al te delle felci o delle erbe.
    -Giù, cuccia. Come ardisci, canaglia?

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da joyceproject.com
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                   Con l'aiuto di google ho cercato di tradurre qualche passo da alcune note 
Oil portrait of Rear Admiral
Sir Horatio Nelson by Lemuel Francis Abbott,
displayed at the National Maritime Museum,
Greenwich. Source: Wikimedia Commons

Our daily duty.

Nel proclamare che " l'Irlanda si aspetta che ogni uomo oggi farà il suo dovere , "Mulligan perverte beffardamente la famosa chiamata alla battaglia del grande leader navale della Gran Bretagna, l'ammiraglio Horatio Nelson, in una chiamata a dedicarsi alle bevande inebrianti
Mentre Joyce pur molto lontano dall'essere un astemio,riconosceva gli effetti corrosivi di quell'abitudine e la dipinge come un ritratto devastante della loro nella storia .

Sacred Pint Fort George's great chalkboard art
http://blog.oregonlive.com/thebeerhere/2008/08/fort_george_events.html

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