domenica 25 gennaio 2015

Ulisse-1 episodio :Telemaco - XV quadro -Alla scogliera-

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Film Ulysses
Gran Bretagna, USA 1967Genere: Drammaticodurata 132'b/n
Regia di Joseph Strick
Con Barbara Jefford, Milo O'Shea, Maurice Roëves, T.P. McKenna, Martin Dempsey, Sheila O'Sullivan, Graham Lines, Peter Mayock...


                                                                        La recensione di sasso67 su

http://www.filmtv.it/film/44484/ulyss...

nello spezzone  del film si vedono molte immagini 

relative a quanto è stato letto nel Post success                      ********************************************

Lettura del brano ad alta voce 

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                                                            Testo conCollegamento alle note 

                                                   di http://joyceproject.com


                              Trascritto da Traduzione di: Giulio  de Angelis Medusa Mondadori 1970

Due uomini ritti sull’orlo della scogliera, guardavano intenti: uomo d'affari, barcaiolo.
    -E' diretta verso Bullock Harbour.
    Il barcaiolo accennò verso il nord della baia con una certa degnazione.
    -Son cinque tese laggiù, disse. Sarà trascinato da quella parte quando salirà la marea verso l'una. Sono nove giorni oggi.
    L’uomo che era annegato.
Una vela virava nella baia vuota in attesa che un gonfio fagotto venisse a galla, rivoltolasse al sole un volto tumefatto, bianco salino. Eccomi.
    Scesero lungo il sentiero serpeggiante fino alla caletta. Buck Mulligan era ritto su un masso, in maniche di camicia, la cravatta senza fermaglio sventolante su una spalla. Un giovanotto aggrappato a uno sprone roccioso vicino a lui muoveva lentamente a guisa di rana le gambe verdi nella fonda gelatina delI’acqua.
    -Tuo fratello è con te, Màlachi?
    -E' giù a Westmeath. Coi Bannon.
    -Ancora là? Ho avuto una cartolina da Bannon Dice che ha trovato una piccola dolce pupetta laggiù Ragazza da foto la chiama lui.
    -Istantanea, eh? Posa breve.   
Buck Mulligan si sedette per slacciarsi le scarpe. Un uomo anziano cacciò fuori dallo sperone della roccia un viso rosso ansimante. Arrancò su per le pietre, con l'acqua che gli brillava sulla zucca e sulla ghirlanda di capelli grigi, acqua ruscellante sul petto e sul pancione e sgorgante a fiotti dal pendulo nero cingilombi .
Buck Mulligan si scostò per lasciare che si arrampicasse e, con un'occhiata a Haines e Stephen, si fece platealmente il segno di croce con l’unghia del pollice sulla fronte e sulle labbra e sullo sterno.
    -Seymour è tornato in città, disse il giovane riafferrando il suo sperone di roccia. Ha piantato la medicina e si dà alla carriera militare.
    -Oh, va con Dio, disse Buck Mulligan.
    -Parte la settimana prossima per fare la sgobbata. Conosci quella rossa di Carlisle, Lily?
-Sì.
    -Filava con lui ieri sera sul molo. Il padre è fradicio di soldi.

    -Si è fatta inguaiare?
    -Bisognerebbe domandarlo a Seymour.
    -Seymour fottuto ufficiale, disse Buck Mulligan
    Annuì a se stesso mentre si sfilava i pantaloni e, alzandosi in piedi, diceva l'adagio:
    -Le rosse di pelo cozzano come capre.
    S’interruppe spaventato, palpandosi un fianco sotto la camicia svolazzante
Si districò dalla camicia e se la gettò dietro le spalle dove si ammucchiavano i suoi vestiti.
Ti butti qui, Màlachi?
    -Sì. Fai posto nel letto.
    Il giovane si spinse a ritroso nell’acqua e arrivò in mezzo alla caletta con due magistrali bracciate.
    Haines si sedette su una pietra, a fumare.
    -Lei non si butta? domandò Buck Mulligan.
    -Più tardi, disse Haines. Non subito dopo colazione. Stephen si volse per incamminarsi.
    -Io me ne vado, Mulligan, disse.
-Dacci quella chiave, Kinch, disse Buck Mulligan, per tenere distesa la camicia.
    Stephen gli porse la chiave. Buck Mulligan la posò di traverso sul mucchio dei vestiti.
    -E due pence, disse, per una pinta. Buttali lì
    Stephen buttò due monete sul soffice mucchio. Vestirsi, svestirsi. Buck Mulligan eretto, con le mani giunte davanti a sé, disse solennemente:    
    Il suo corpo paffuto si tuffò.
    -Ci rivedremo, disse Haines, voltandosi e sorridendo dei pazzi irlandesi mentre Stephen risaliva il sentiero.
    Corno del toro, zoccolo del cavallo sorriso del sassone.
    -Bene, disse Stephen.
    Si incamminò per l’erta del sentiero zigzagante.
    L’aureola grigia del prete nella nicchia dove si rivestiva pudicamente Non dormirò qui stanotte. Neanche a casa posso andare.
    Una voce, dolcecanora e tenuta, lo chiamò dal mare. Alla svolta egli sventolò la mano. Quella chiamò ancora.  Una testa bruna liscia, di foca, al largo sul mare, tonda.
    Usurpatore.

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Link a Drive 1°Ep. XV quadro:Testo Originale 

con traduzione a fronte e note

da joyceproject.com

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Con l'aiuto di google ho cercato di tradurre qualche passo da alcune not          
Antinoo lancia una sedia
ad Odysseus travestito,
 di autore ignoto. Fonte: www.hellenicaworld.com.



Telemaco inizia con "Il signorile, paffuto Buck Mulligan" visto attraverso la narrazione in terza persona ma che si avvicinaa una posizione soggettiva, anche se poi la voce narrante è rapidamente riconosciuta come quella  

del magro e affamato Stephen. L'episodio si conclude con la stessa persona vista completamente attraverso gli occhi di Stephen, come un " usurpatore"simile a Claudio e Antinoo .

Mulligan avvalora la sensazione di Stephen di essere sfrattato, riprendendosi la chiave della torre. Stephen considera ciò un’ usurpazione perché " ha pagato l'affitto . " In un certo senso meno letterale, Stephen può sentirsi usurpato perché Mulligan si sarebbe insinuato  in una posizione di autorità nella sua vita, una vita il cui credo è eludere qualunque sudditanza . In Circe , quando Stephen si avvicina al culmine della disperazione, gridando contro i suoi "nemici", "Vuoi rompere il mio spirito, la mia volontà vero? »Uno in particolare. Il" lui "rimane non specificato, ma al 90%  di probabilità questi è Buck.

Hugh Kenner osserva brillantemente che Mulligan usurpa anche il ruolo di Stephen nel libro: "Così ricco infatti è Mulligan di citazioni, che si potrebbe pensare che lui, non Stephen, sia il protagonista .E' lui che introduce tema. dopo tema. Lui entra per primo e le prime parole sono le sue, Fa citazione di Omero greco . È lui, non Stephen, che intona la canzone di Yeats che sarà presente a  Stephen come un leitmotiv . Egli invoca Swinburne , deride Wilde , allude (in una parola tedesca) a Nietzsche .... è sempre in scena, il maestoso paffuto Buck nel suo giubbotto primula... interpreta pezzi come un camaleonte.
***  Link a traduzione e note su google drive

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Friedrich Nietzsche in Basel,ca.1875
Alla fine di Telemaco Mulligan si paragona scherzosamente all'uomo non caduto del mito cristiano, e quindi come l'uomo perfetto della filosofia nietzschiana: " La mia dodicesima costola è sparita, gridò, io sono il. Uebermensch . " L'improvvisa scomparsa di una costola fa di lui Adam prima della sua caduta in disgrazia, proprio all'inizio della storia umana
Il Übermensch (superuomo, superman) era l'ideale profetico di Friedrich Nietzsche, di un uomo che riesce a superare l'eredità dell'etica cristiana e la metafisica trascendentale, uccidendo l’ anima. Diverse frasi dopo, Mulligan perverte il linguaggio di Proverbi 19:17 ("Chi ha pietà del povero presta al Signore") parodiando il rifiuto di Nietzsche dell'etica cristiana: " Colui che ruba al povero presta al Signore Così parlò. Zarathustra. "
Nietzsche ha sviluppato il suo concetto del superuomo in due opere del 1880, La Gaia Scienza e Così parlò Zarathustra .
" Ellmann ipotizza che Joyce "probabilmente si ispirasse a Nietzsche quando ha esposto ai suoi amici l’idea di un neopaganesimo che esaltava egoismo, licenziosità, e spietatezza, e svalutava gratitudine e altre "virtù domestiche"
Ma nel profondo, difficilmente Joyce può essere stato un nietzschiano
Joyce ha dimostrato di non essere "un nietzschiano" in quel senso limitato e distorto, In Ulisse è solo Mulligan che si identifica come un superuomo. Il libro mostra un ‘interpretazione più profonda delle idee nietzscheane: un'affermazione dello spirito umano liberato dalle nozioni paralizzanti del peccato e della colpa; e l'affermazione della vita definita come la capacità di dire sì alla propria esistenza individuale, anche se per ottenerlo si dovesse vivere più e più volte. Più tardi, in Ulisse, queste forme difficili di auto-superamento, piuttosto che la semplice auto-esaltazione di Mulligan e Joyce da giovane, indicano un modo più convincente di andare oltre l'umanità convenzionale .

*** Link a traduzione e note su google drive

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