domenica 28 settembre 2014

Ulisse1 Episodio Telemaco: Quadri da I a VII

In questo spezzone  si vedono moltissime immagini 
relative a quanto è stato letto nei Posts precedenti:
Film Ulysses
Gran Bretagna, USA 1967Genere: Drammaticodurata 132'b/n
Regia di Joseph Strick
Con Barbara Jefford, Milo O'Shea, Maurice Roëves, T.P. McKenna, Martin Dempsey, Sheila O'Sullivan, Graham Lines, Peter Mayock...

La recensione di sasso67 su

"Misurarsi con un capolavoro della letteratura è sempre una fatica improba. Figurarsi quando si tratta di un romanzo sui generis come l’Ulisse di Joyce, nel quale la trama, per così dire, è costituita dal girovagare di alcuni personaggi attraverso Dublino in un giorno normalissimo d’inizio Novecento ed alla narrazione dei fatti è spesso intercalato il monologo interiore dei personaggi.
È immaginabile che quando un regista si accinge a realizzare un film da un’opera simile sia ben consapevole delle difficoltà che va ad affrontare, tanto è vero che autori più prestigiosi dell’americano Strick (tra questi, pare, anche Ejzenstejn) avevano rinunciato a trasporre in film il romanzo di Joyce. E questo sebbene sia stato detto più volte che il linguaggio dell’Ulisse fosse più simile al cinema che alla narrativa tradizionalmente intesa. In ogni caso, a guardare il film tenendo presente il libro, ci si rende conto che, nonostante le grandi linee esposte da Joyce siano presenti, qualche episodio importante è stato inevitabilmente sforbiciato. Del resto, si tratta di un romanzo-poema di più di mille pagine, fittissimo di personaggi, luoghi, fatti e riferimenti, per il quale non basterebbe uno sceneggiato televisivo di vecchio stampo. Nello sceneggiare (insieme a Fred Haines) e nel mettere in scena simile materia, Joseph Strick (classe 1923) ha fatto, a mio parere, un lavoro più che dignitoso. L’ambientazione dublinese è indubbiamente posta ai giorni nostri (ovviamente del 1967), ma la dimensione temporale non è molto caratterizzata ed è, anzi, abbastanza irrilevante. Il bianco e nero di Wolfgang Suschitzkyrende bene l’atmosfera brumosa e “paralitica” della Dublino joyciana. Milo O’Shea è un plausibilissimo Leopold Bloom e Barbara Jefford una Molly forse più che definitiva. Per chi non ha letto il libro non sarà facilissimo digerire certi passaggi del film (il processo a Bloom, che poi viene addirittura incoronato imperatore, una delle invenzioni più geniali dello scrittore irlandese), così come essi non furono digeriti a Cannes 1967, ma, secondo me, il film vale assolutamente la pena di essere visto."

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